quickloox

Open full view…

Profondo foglio

Wed, 04 Dec 2013 13:33:10 GMT

avariatedeventuali
Wed, 04 Dec 2013 13:33:10 GMT

Le pagine dei testi virtuali ne hanno tre se la terza dimensione serve. Italo Calvino sta bene in due dimensioni. Un testo tecnico o manualistico in tre. Salvo poi aggiornarlo in tre dimensioni che è cosa difficile e ciclopica se il testo è molto sviluppato in tre dimensioni. Calvino è sempre lo stesso, può cambiare la prefazione... Dipende dal testo...

fabriziovenerandi
Wed, 04 Dec 2013 13:46:59 GMT

Calvino in realtà scriveva già in tre dimensioni. Hai mai letto “se una notte d'inverno un viaggiatore”?

avariatedeventuali
Wed, 04 Dec 2013 14:35:17 GMT

Parliamo di fisicità del libro o di profondità intellettiva? La terza di calvino che citi semmai è una quarta dimensione che si appella alla fantasia del lettore. L'incipit sta bene cosìs senza multimedialità.

fabriziovenerandi
Wed, 04 Dec 2013 15:09:57 GMT

Intanto vediamo di fare un po' di distinguo: ipertesto e multimedialità sono citati sempre come gianni e pinotto e invece sono piuttosto stockhausen e fracchia. Per la fisicità del libro, stiamo parlando di testi nati per la carta a cui la carta stava stretta, o meglio, stava stretta la linearità della narrazione su carta. Sono testi che già vivono in più di due dimensioni: Rayuela di Cortazar, Infinite Jest di Wallace, In balia di una sorte avversa di Johnson, Fuoco Pallido di Nabokov… penso che sia evidente come a questi autori piacesse e interessasse l'interazione del testo con il testo stesso, anche in ambito narrativo. Ma non parlo di convertire questi testi in digitale, cosa di scarso o nessuno interesse, ma di costruzione di storie in cui non sia presente nemmeno /una/ storia da narrare, ma di una conformazione più o meno modulare di possibilità di storie. Che è un po' quello a cui stiamo lavorando in questi ultimi anni.

avariatedeventuali
Wed, 04 Dec 2013 15:13:27 GMT

Conformozione modulare variabile di una storia... Sarebbe ancora una storia?

fabriziovenerandi
Wed, 04 Dec 2013 15:17:47 GMT

perché la storia è davvero solo una storia? questo è un retaggio della forma libro. il già citato calvino mostrava che non è così.

avariatedeventuali
Wed, 04 Dec 2013 16:06:28 GMT

Una storia è sempre una storia, quella narrata o scritta dal narratore. Quel che ci si legge oltre il testo è il fascino della storia. Inserire moduli variabili genera storie, molteplici storie, quindi per definizione non è più una storia... Pursempre interessante ma una cosa diversa strettamente legata al mezzo e non più alla narrazione.

fabriziovenerandi
Wed, 04 Dec 2013 19:48:49 GMT

Forse parli del romanzo, che è un genere narrativo, non è l'unico e incidentalmente è anche un genere relativamente recente. Il digitale condivide questo con l'oralità, la nascita di numerose storie, che sono storia anch'essa: i miti greci sono sovrapposizione e combinazione di storie, così come l'intrecciarsi - ad esempio - delle storie combinatorie dell'Orlando Furioso, o dei pezzi di romanzo mescolati di Johnson, o dei romanzi non finiti di Calvino. Quest'ultimo li definiva "iperromanzi". E questo senza avere parlato ancora della letteratura elettronica o dell'interactive fiction che da decenni costruiscono narrazioni modulari.

Lucio Bragagnolo
Mon, 09 Dec 2013 23:25:41 GMT

Vi posso solo ringraziare.