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Alla radio e in tribuna

Sun, 13 Nov 2016 23:28:53 GMT

piero
Sun, 13 Nov 2016 23:28:53 GMT

Quindi se si usa un qualsiasi dispositivo per svolgere una professione automaticamente quel dispositivo diventa professionale.

piero
Sun, 13 Nov 2016 23:41:47 GMT

Anch'io ho una bella immagine di un professionista che usa mac [Martin_Mac_User](//muut.com/u/quickloox/s1/:quickloox:kHo0:martin_mac_user.png.jpg)

briand06
Mon, 14 Nov 2016 07:32:25 GMT

Ma ci pensate che in Nuova Zelanda hanno avuto un terremoto di violenza spaventosa con soli DUE morti? Tanto di cappello per una nazione identica alla nostra ma molto più civile. A parte questo, è chiaro che il Mac gli serviva per riuscire a tenere conto del punteggio... ;)

paoloo
Mon, 14 Nov 2016 14:33:08 GMT

Che visione a dir poco peregrina hai Lucio dell'_essere abbandonato da Apple_. Mia nonna usa un Nokia 3310, non mi sembra abbandonata da Nokia la vegliarda.

Lucio Bragagnolo
Mon, 14 Nov 2016 15:04:45 GMT

@piero: se quei signori svolgono una professione, e quello strumento gli permette di svolgerla al meglio, quello strumento, per logica, è professionale. Oppure dovremmo pensare che hanno uno strumento inadatto al loro lavoro.

Lucio Bragagnolo
Mon, 14 Nov 2016 15:06:24 GMT

@paoloo: se sulla scrivania della giornalista di Rtl si vedesse un iBook conchiglia verde, ti darei ragione. Non è così e hai torto. Aggiungo che l'abbandono di Apple non è un tema mio, ma lo riprendo da quelli che lo lamentano regolarmente in ogni luogo, da Facebook in su.

paolobertolo
Tue, 15 Nov 2016 11:40:17 GMT

Il ragionamento mi sembra a dir poco tirato per i capelli. Allo stesso modo potrei dimostrare che "Apple sta abbandonando i professionisti" postando la foto di qualcuno che lavora usando un PC o altro. Comunque, credo sia innegabile che Apple abbia puntato, in maniera legittima e sensata, tutte le sue carte su altre fette di mercato, il che non vuole necessariamente dire che abbia chiuso la porta ai "professionisti", parola che di suo, decontestualizzata, non significa proprio niente. Un sintomo di questo trend è stato, per esempio, l'abbandono di Aperture, software - questo sì - per funzionalità e prezzo, destinato ad un pubblico di fotografi professionisti. A me, che pure professionista non sono, la cosa ha dato molto fastidio, perché da un giorno all'altro il piccolo investimento fatto sul software (soprattutto di tempo) è stato vanificato e grazie tante, usate Photos (!) o Lightroom, ma non contate più su di noi. Allo stesso modo Apple ha recentemente lasciato il settore dei server rack e ha completamente abbandonato ogni velleità di confermarsi come fornitore prefer enziale per il settore accademico e della ricerca scientifica, un tempo cavallo di battaglia di Apple con tanto di sezione dedicata del loro sito web e, talvolta, pure prodotti specificatamente dedicati al cosiddetto segmento "Education". Sfondiamo porte aperte dicendo che la base di mercato di Apple di oggi non è quella che era venti o dieci anni fa. È un dato di fatto e di sicuro i conti di Apple non ne hanno risentito.

supergiuovane
Tue, 15 Nov 2016 19:06:10 GMT

@paolobertolo dire che Apple abbia "abbandonato ogni velleità di confermarsi come fornitore prefer enziale per il settore accademico e della ricerca scientifica" mi pare come minimo esagerato. Almeno per quel che riguarda il mio campo, astrofisica, io il numero di mac utilizzati dai colleghi lo vedo solo aumentare.

paolobertolo
Wed, 16 Nov 2016 11:09:45 GMT

I Mac sono macchine capaci, al pari (oggigiorno) di qualsiasi altro computer decentemente equipaggiato, di svolgere più o meno qualsiasi compito generalista senza battere ciglio. Coprono probabilmente il novanta per cento dello spettro dei potenziali utenti, compresi, evidentemente, i famosi "professionisti", categoria quasi mitologica che molto ricorda quella delle applicazioni "mission critical" che dovevano rappresentare il nocciolo duro delle utenze NeXT (macchine, queste sì, destinate inizialmente al solo settore accademico). In tal senso, non esiste più una segmentazione così netta come in passato, quando, per fare un esempio che oggi fa sorridere, un Mac senza colore, senza coprocessore matematico (diciamo un Mac Classic) poteva andare bene ad uno studente per scrivere una tesi di laurea (sì, si può fare), ma non al suo relatore che invece aveva bisogno di una macchina tre, quattro volte più potente e tre, quattro volte più costosa (diciamo un Quadra). In tal senso le macchine erano "professionali" anche per il fatto che solo un utilizzo professionale (volto a cre are profitto) poteva giustificarne l'investimento. Oggi un iMac, anche i più basilare, copre i bisogni praticamente di chiunque. Restano fuori le applicazioni più verticali, per le quali o la potenza di calcolo non è sufficiente (iMac) o il costo è sproporzionato in rapporto alle prestazioni (Mac Pro). La fascia è oggi quasi interamente coperta da Linux, almeno secondo la mia esperienza. Non credo Apple abbia più velleità di occupare anche quel segmento (ci fu un momento in cui venne lanciata una soluzione per il clustering, non se ne sa più nulla, credo sia stata abbandonata). Allo stesso modo, fino ad un passato non troppo remoto, Apple manteneva vivo il link tra Macintosh e il mondo accademico attraverso canali di vendita dedicati, sconti studente (non so se ci siano ancora) e una massiccia campagna di comunicazione che sottolineava il forte legame storico tra Apple e Università, Apple e Ricerca, facendo leva su tutta una serie di applicazioni ed esempi volti a dimostrare che i Mac erano le macchine ideali in quei contesti. Di tutto questo non c'è più traccia sul sito di Apple o, se c'è, di sicuro non ha grande rilevanza.

briand06
Wed, 16 Nov 2016 11:57:20 GMT

@supergiuvane @paolobertolo: Gli sconti _education_ per studenti, professori e ricercatori ci sono ancora, ma sono (e sono sempre stati) piuttosto risicati, appena l'8% (che comunque è sempre meglio di niente). Che il Mac sia sempre più diffuso in ambito accademico/ricerca, soprattutto per i suoi fondamenti Unix, è verissimo. Però è altrettanto vero che Apple negli ultimi anni ha molto ridotto i suoi legami con il mondo della ricerca in generale, per cui direi che la maggiore diffusione derivi soprattutto dal passa parola e dal fatto che tanti passano dall'iPhone al Mac.

Lucio Bragagnolo
Mon, 21 Nov 2016 13:57:51 GMT

Dovrei dilungarmi molto più di ora, ma tornerò sull'argomento. Mi limito a dire (@paolobertolo soprattutto) che le foto dei professionisti al lavoro con Mac non sono una argomentazione convincente né articolata, come è ovvio. Sono una risposta polemica e ironica al meme _Apple ha abbandonato i professionisti_. Ironica perché, così smonto per un attimo il sottotesto, ha lo stesso spessore e profondità dell'affermazione suddetta. Apple ha abbandonato i professionisti? Beh, meno uno…

Lucio Bragagnolo
Mon, 21 Nov 2016 13:59:57 GMT

@briand06 @supergiovane @paolobertolo: l'8 percento di sconto è stellare, oggi. Praticamente è il margine del rivenditore autorizzato. Non esistono sconti di livello superiore nel mondo Apple, fuori dall'acquisto dei ricondizionati su Apple Store.

briand06
Wed, 23 Nov 2016 22:59:51 GMT

@lux: Però questi sconti sono praticati direttamente da Apple, non sono proposti dal rivenditore autorizzato. E credo che i margini che ha Apple le consentirebbero di fare ben di più, soprattutto perché diffondere i suoi prodotti in ambito scolastico e universitario non è tanto un costo quanto un investimento per il futuro.

Lucio Bragagnolo
Mon, 28 Nov 2016 13:49:17 GMT

Numericamente, è assolutamente così. Ma la strategia è diversa da quella di tutte le altre aziende equivalenti, che ragionano per volumi. Apple ragiona sui margini e si muove in modo che, alla grossa, non esistano veri sconti di fatto sui Mac, sugli iPhone e su qualsiasi altro prorotto. Il "problema" è che questa strategia funziona a oggi molto bene e non si sono mai stati visti in giro così tanti Mac. iOS ha oltre un miliardo di apparecchi in vita e anche qui c'è poco da dire. Ovvero, Apple non è interessata in alcun modo a concedere margini per aumentare i volumi. Fossi io, farei sconti mostruosi, questo sì, per l'accessibilità. Un disabile magari disoccupato dovrebbe potere avere un Mac a prezzo di vero favore.